
Creare parallelismi o, che so io, classificazioni, all’interno del patrimonio delle Langhe, potrebbe essere insieme fastidioso o sterile esercizio solipsistico. Tuttavia il lascito di un’uva così straordinaria da amare talmente il nostro territorio da costringersi a crescere e maturare bene solo qui da noi, in un fazzoletto stretto alle pendici delle Alpi, pone il cronista nell’obbligo di parlare comunque, e tentare di farlo bene, per restituire parte di quella magia fatta di odori, gusto e raffinatezza racchiusa nel calice.

Palladino è cantina dalla solida radice familiare, che ‘obbliga’ Piero, il capostipite, a ritornare sulle passioni dei suoi anni giovani dopo una vita professionale (di successo) dedicata all’imprenditoria tessile. Nasce nel 1974, grazie agli sforzi del cugino Maurilio, proprio a Serralunga, un territorio di ricchezza vitivinicola enorme, capace di generare alcune delle gemme enoiche che continuano a magnetizzare l’interesse degli appassionati di tutto il mondo. L’altro è il magistero della vinificazione di un’uva, lo anticipavo, capace di raggiungere solo a queste latitudini quel giusto grado di maturazione polifenolica (che comprende anche, nel suo percorso, un giusto livello di stress idrico) capace di trasformarsi, in bottiglia, in miracolo.

L’altra grande intuizione è lavorare, fin da tempi non sospetti, sui cru, parte di un processo che sta portando, anche in questo caso in anticipo sui tempi peninsulari, le Langhe in un empireo da cui dipende molto del futuro del movimento. Serralunga è territorio di versanti calcarei-sabbiosi, con qualche formazione marnosa. Genera vini freschi, dal classico tratto balsamico, che spiccano per la persistenza, in alcuni casi spiazzante. È il caso di questi due cru, due facce della stessa medaglia, due monumenti al Barolo e insieme finestra sul futuro della tipologia.
Barolo DOCG Ornato 2015
La versione più ‘muscolare’. Amarene sotto spirito, tocchi di alloro e sottobosco, eucalipto, bocca lunghissima.
Barolo DOCG Parafada 2015
Finissimo. Melograno, tocchi di menta selvatica, tannini salmastri, persistenza irreale.
#slowinecommunication
Riccardo Corazza