
Nell’empireo enoico dello Champagne una delle tematiche di più stretta attualità è la contrapposizione (o meglio alternanza) tra cuvée e vini d’annata (o millesimi, o vintage che dir si voglia), che sta delineando la vision delle maison.

Chiaro che la grande sapienza di vinificazione che deriva dall’essersi ‘inventata’ una tipologia ed una modalità di produzione, poi esportata con dilagante successo in tutto il mondo, porta correttamente ad interrogarsi sul futuro della denominazione.

Casa Pol Roger, distribuita in Italia da Compagnia del Vino, ha organizzato a tale proposito, all’interno della due giorni di Modena Champagne Experience, una verticale guidata da Manlio Giustiniani e dedicata al Millesimato di Pol Roger, cui ho avuto la fortuna di partecipare e che dice non poco sulle prospettive di un marchio, di grande storicità, ma anche di un territorio.

La Maison, fondata nel 1849 e raccontata dalla sesta generazione della famiglia, Bastien Collard De Billy, conta attualmente 92 ettari di proprietà collocati in 20 parcelle, tutte classificate come Grand Cru o Premier Cru, collocate presso le Montagne di Reims e la Côte des Blancs, che rappresentano una percentuale superiore al 50% delle uve utilizzate per la produzione, vera rarità fra in Champagne. Altra rarità è il mantenimento del remuage manuale, e in generale la gestione della cantina, che si snoda per 7 km e 33 metri al di sotto del livello della strada, fatto che contribuisce a dotare i prodotti di casa di una davvero peculiare cremosità.

Lo stile del Vintage, su cui POL ROGER sta appunto investendo molto, caratterizzato dalla solita, elegantissima etichetta a svolazzi (qui in versione dark) è altrettanto peculiare. Pinot Nero al 60% e Chardonnay al 40%, con almeno 8 anni di sosta sui lieviti. Uno stile che indubbiamente sarebbe piaciuto a Sir Winston, nume tutelare di casa (completamente free of charge, ci tengono a sottolineare), complesso, intenso, di grande equilibrio e freschezza. Di personalità.

Pol Roger Vintage 2013
Il millesimo con più leggerezza, anche, non casualmente, perché l’ultimo immesso in mercato. Molto etereo, fresco e seducente, naso di bergamotto e scorza di limone, tocchi di susina gialla e timo cedrino, bocca succosa e di freschezza, finale con ritorno fruttato-agrumato.
Pol Roger Vintage 2009
Si sale di livello con la ‘scusa’ di un’annata più calda, agli agrumi a buccia gialla si sostituiscono quelli a buccia arancione, poi la frutta candita. Scorzetta di arancia e pompelmo rosa, tocchi di maggiorana, poi chinotto e sentori di fiori bianchi.
Pol Roger Vintage 2008
Un millesimo virtualmente ‘perfetto’ che risuona in questa bottiglia di altrettanta scultorea perfezione. Annata fredda, ma maturazione perfetta, cedro, ginger, nocciole tostate al naso, bocca tesa e succosa e insieme di densità e croccantezza, con ritorno agrumato e della frutta secca.
Pol Roger Vintage 2004
L’assaggio a mio avviso più sconvolgente, non per forza di cose il migliore, da un’annata di equilibrio anche se vagamente scontrosa. Tocchi di pepe bianco, noce moscata, arancia candita e mandarino al naso, la bocca è densa, sfaccettata, di impressionante persistenza.
Pol Roger Vintage 2002
Annata calda, un vino che non mostra nessun segno di cedimento nonostante l’età, anzi, è incredibile soprattutto nella pulizia. Lieve chiusura in ingresso che sparisce appena si ossigena il bicchiere, tocchi di litchi, pompelmo candito, note di anice stellato, piccoli tocchi terragni. Bocca equilibrata, composta, sapida.
RICCARDO CORAZZA